Chi sono



(Cima Levante, luglio 2016)

CHI SONO I COLLEZIONISTI DI CIME?

Collezionista di cime… Che significa? Io preferisco "cacciatore di cime", una cima non è come un francobollo o come un soldatino di piombo che la collezioni, la comperi… La cima è come una preda…va studiata, adulata e alla fine va catturata..A volte può essere feroce e non volersi far prendere… Li sta al cacciatore capire se lasciar perdere oppure rimandare!
Il più delle volte vengo giudicato perché affronto questa disciplina in solitaria; vi assicuro che non lo faccio per vanto; il problema sostanziale è che il più delle volte la gente affronta la montagna convinta che sia una semplice uscita tra i boschi oppure una sfida alpinistica impossibile… Il concetto del collezionista di cime è quello di riuscire a raggiungere il più alto numero di vette. Quindi di affrontare arrampicate all'ottavo grado, attraversare ghiacciai pieni di crepacci, quando si può raggiungere comodamente lo stesso obiettivo con un'escursione o una via ferrata, Non avrebbe senso! Le energie piuttosto vanno tenute per riuscire a conquistare più cime nello stesso giorno. Ovviamente se l'unico modo per ottenere la vetta è fare una scalata himalayana o un’arrampicata di nono grado (ma non sono la persona che puó permettersi di farlo), naturalmente si fa; il concetto è arrivare alla vetta, risparmiando rischi e fatiche e magari portare a casa due o tre cime nello stesso giorno! Per questo tendo a salire in solitaria, trovare compagni di viaggio che vedendo una parete verticale, un crepaccio o semplicemente una fatica troppo fuori dai canoni per le sue aspettative, è molto difficile. Quindi per non dover abbandonare il progetto per cause di forza maggiore come possono essere il meteo avverso, frane, valanghe o qualsiasi altra cosa che sia una reale motivazione per un fallimento digeribile… Beh… Preferisco andarmene da solo, anche perché a volte ti trovi in situazioni dove non mi sentirei mai di obbligare qualcun altro a fare delle cose che normalmente non si fanno. 


UN PO DI ME
Sono nato nel 1980, diploma superiore  e poi servizio militare che mi permette di intraprendere il lavoro che sognavo. Prima un po di calcio ma l'adolescenza e i suoi ormoni, unito al (poco) impegno scolastico, travia i miei pensieri , la giovinezza la dedico perlopiu al mestiere essendo lontano da casa e poi, una volta trasferito a Verona, mi butto per una decina d'anni anima e corpo al calcio a 5, sport molto in voga nel Triveneto. La montagna da piccolo la vivevo come una forzatura, i miei zii avevano una casa sotto il (Monte) Baldo e spesso mi trovavo solo soletto (sono arrivato piuttosto tardi in famiglia) a giocare ai margini dei boschetti circostanti.
La svolta è stata nel 2015, dopo qualche escursione col suocero, mi dissi..possibile che non sia mai arrivato in cima al monte che sovrasta casa mia? Cosi con due colleghi affrontammo quell'estate il Baldo giungendo a Cima Telegrafo. Uno dei due colleghi, appassionato escursionista piu volte mi ha chiesto di ripeterci in altri sentieri, piu volte i no che i si..mi piaceva ora la montagna, ma non quel tipo di montagna. Estate 2016, dopo qualche escursione invernale, documentandomi, leggo che l'estate prima non avevo toccato la sommità del Baldo, ma poco sotto (la terza cima per completezza); pertanto mi equipaggio e parto in solitaria alla volta della Valdritta, la vera punta del Baldo per poi allungarmi nuovamente al Telegrafo. La sera, soddisfatto dell'impresa e affascinato dall'essere salito tutto solo in vetta, qualcosa è scattato. Mi son detto poi, a Verona c'e pure il Carega e cinque giorni dopo ero sulla sua cima, e da li in seguito tutto quello che ne consegue fino ad oggi. Questa è la scintilla che mi ha portato a vedere nella montagna, più che una passione, una necessità, quella droga che mi porta appena posso fuori dal frastuono cittadino al confronto con me stesso, solo io e la montagna. L'estate 2016 e poi sfumando fino agli ultimi giorni dello stesso anno mi ha portato a toccare 32 vette, alcune semplici, altre impegnative. L'inverno è stato per momento di forte miglioramento, vincendo buona parte delle mie vertigini e imparando l'arrampicata sportiva, sia indoor che outdoor, grazie a due corsi presso una scuola di guide alpine. 
Il 2017 è un anno molto “quantitativo”, 104 vette, perlopiu in solitaria, di cui una inviolata. Completo l’intero massiccio del Baldo in invernale, il Carega, Il Tre Croci (completato ad inizio 2018) e il Sengio Alto rimanendomi qualche cima sul Pasubio per completare l’intero Supergruppo delle Piccole Dolomiti. Effettuo la prima salita al Cherle, solitaria e dimenticata cima sul Pasubio occidentale di cui non ci sono testimonianze di altre salite come non sono state trovate via o tracce durante l’ascesa. Altre importanti ascese sono state lo Zuffalspitze e l’Orgel sul gruppo Ortles, entrambe in solitaria, il Pollino e il Dolcedorme sull’Appennino calabro e la solitaria sulle 6 cime piu alte del sottogruppo Peller sul Brenta.
Nel 2018 completo il supergruppo delle Piccole toccando cima Campanili sul Pasubio occidentale nella prima (presumibile) salita dopo la guerra, ipotesi fatta sia dalle tracce quasi inesistenti e sia dai numerosi resti bellici ritrovati sino alla cima.
Il 10/2/18, mentre scalavo sul vajo Battisti in zona Tre Croci, vengo investito da ben 4 valanghe con i miei due compagni, tre ci sfiorano e la quarta ci prende in pieno portando a valle i miei due amici rimasti quasi illesi, io riesco ad aggrapparmi alle piccozze e riporto solo qualche trauma e dei tagli alla gamba. 
Gli anni successivi sono fatti da moltissime ripetizioni sulle montagne di casa e il bisogno agonistico lascia lo spazio solo al benessere che la montagna regala. La pazienza di fare ogni cinque giorni 5/7 ore di auto in solitaria, per poi magari due ore di salita svanisce ma resta la voglia di esplorare anche per vie nuove o “sentieri di un tempo” le vette che vedo da casa mia. L’attrattiva principale rimane l’inverno. La montagna d’inverno, soprattutto infrasettimanale dove si è spesso soli, regala emozioni indescrivibili.
Nel 2019 effettuo poche prime e nel 2020 ancora meno ma tocco il mio primo 4000 (Breithorn W).

ALCUNI NUMERI:
  • Completamento di tutte le cime del Supergruppo Piccole Dolomiti e quindi dei gruppi Carega, Pasubio, Tre Croci e Sengio Alto.
  • Completamento dell’intero gruppo del Baldo in solitaria in invernale.
  • Completamento di tutto l’altipiano della Lessinia in invernale.
  • Prima assoluta alla cima Cherle sul Pasubio Occidentale per la via Flo&Sara (attualmente la via normale).
  • Prima salita post-bellica a cima Campanili sul Pasubio Occidentale per la parete ovest.
  • Solitaria alla cima di Focobon sulle Pale di San Martino.
  • Completamento in un solo giorno del sottogruppo delle Dolomiti di Brenta  Peller/Sasso Rosso il tutto in solitaria.
  • Creste del Carega (tutte le 11 cime) in giornata in invernale.
  • Spigolo nord-est del monte Plische in invernale.

Il resto della cronaca ora lo lascio alle pagine di questo blog..buona lettura!

Partners
- The North Face: Vestiario e zaini.
- Salewa: Equipaggiamento tecnico, attrezzatura alpinistica e calzature.
- Kong: Attrezzatura alpinistica. 
- Julbo: Occhiali.
- La Sportiva: Calzature d’arrampicata.

Cito sempre con un sorriso una frase/domanda che la mia consorte, mare-dipendente mi fece:


 "ma il mare ti fa proprio schifo?"...e la mia risposta "...il mare è bellissimo, ma finisce li; la montagna la conquisti..non te la regala nessuno, te la guadagni da solo fino alla vetta"

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